giovedì 26 febbraio 2015

Corto


Il mio primo corto su New York. Un appartamento, la neve e delle luci.


" a day in ny "



                                                                   





Progetti universitari

Questa settimana sto lavorando su tre progetti.

Il primo è per il corso di Draping III ed è un Creative project, cioè compri diversi yards di un tessuto che ti piace e in aula per le ore della lezione sperimenti sul manichino.
L'obiettivo è realizzare il drappeggio di un abito per la lezione successiva.

Il secondo progetto è per il corso di Draping IV. Per adesso sto lavorando sul disegno del capo per il Term Garment. Il Term Garment è il progetto più importante del semestre, infatti si progetta, disegna e realizza il capo che sarà poi selezionato per eventualmente sfilare nel fashion show di fine anno. In questo caso ogni decisione da prendere deve essere studiata nei minimi dettagli, perchè il capo dovrà essere cucito nel migliore dei modi e soprattutto i tessuti scelti dovranno valorizzare le forme e i volumi del progetto, donandogli carattere e unicità.

Il terzo invece riguarda il corso di Jewelry. Sto imparando a usare il seghetto sul metallo e dalla prossima settimana realizzerò degli orecchini, traforando e saldando l'argento.

Questi sono solo tre dei sei corsi che sto seguendo...di progetti ne sto facendo altri altrettanto interessanti che prima o poi vi illustrerò. Questo è l' FIT!

Un saluto a tutti, adesso torno a lavorare!


sabato 21 febbraio 2015

Cade la neve

Cade la neve e il freddo gelido delle giornate di sole si placa.
Con le spalle alla finestra a volte non mi accorgo del tempo che cambia.
Poi distratta mi giro un attimo a guardare e il cielo terso è diventato bianco.
I fiocchi cadono abbondanti e il vento se li porta in giro, non lasciandoli cadere a terra con una traiettoria prevedibile, ma se li fa girare dentro, con grandi piroette e parabole confuse.

Anche il canto degli uccelli della mattina è stato ricoperto dalla neve e il silenzio attutisce ogni suono, rendendo i cortili interni dei palazzi dei soffici quadrati silenziosi.

Esco di casa e i miei scarponi imbottiti affondano nella neve fresca del marciapiede, lasciando le prime orme della giornata davanti casa.
Cammino ed è tutto silenzio.
Cade la neve a New York e il ritmo rallenta nelle vie residenziali, dove gli alberi spogli si caricano di bianco sui loro rami sottili e scuri e le macchine parcheggiate si preparano a dormire sotto la spessa coltre che li accompagnerà per tutta la notte.


giovedì 19 febbraio 2015

Giusto un pò di freddo

In questi giorni il termometro ha toccato i meno 14 gradi, percepiti meno 23...oggi eravamo sui meno 11.
Non è tanto il freddo a dar fastidio, che è secco e non umido quindi non ti entra nelle ossa, ma è il vento gelido, che quando attraversi le Avenue tra un semaforo e l'altro ti trascina via.
Certe folate sembrano sollevarti da dietro da quanto sono forti e la faccia dopo qualche minuto inizia a colorarsi di rosso, gli zigomi si ibernano e gli occhi lacrimano.
Quindi sì, New York è molto bella, ma la turista la farò in primavera, per ora cerco di sopravvivere mentre vado in università o a fare la spesa.
Un saluto a voi italiani che già intravedete qualche giorno di sole tiepido, mentre qui se nevica è una salvezza, perchè vuol dire che il termometro non scende sotto lo zero.

Vi regalo qualche secondo di sofferenza, di guance rosse e di vento molesto, così potete immedesimarvi in me.

Ps ci sono neyorkesi che nonostante tutto ciò vanno comunque in giro in cappottino...no words.



sabato 14 febbraio 2015

Ricorrenze

Oggi è San Valentino e tra due giorni sono a New York da un mese.
Le ricorrenze come queste non servono a molto, se non ad interrompere lo scorrere veloce dei giorni, che passano bene o male tutti uguali, e a ricordarti che invece quel giorno è diverso. 
Cosi si può cogliere l'occasione per fermarsi un attimo e fare delle riflessioni.
Ed è questo quello che farò, perchè queste due ricorrenze mi fanno pensare.


Un anno fa nemmeno nelle mie più ardite elucubrazioni avrei potuto immaginare tutte le cose che sono poi successe fino ad oggi.
In un anno infatti sono diventata una donna e in un mese sono diventata una donna indipendente.
Un pò mi manca casa, un pò l'entusiasmo iniziale si è fatto da parte e ha lasciato posto alla serietà e alla consapevolezza di dove sono.
Sono tanti i pensieri che ho e le nostalgie che a volte fanno capolino e cercano di distrarre la mia attenzione, ma sono ancora di più le soddisfazioni che mi prendo a vedermi crescere. Per la prima volta davvero da sola.

Forse doveva essere così, perchè in nessun altro modo avrei potuto immergermi profondamente in questa esperienza come sto facendo ora, se fossi rimasta sintonizzata su casa quando invece la mia mente doveva essere solo qui.

È passato il primo mese e cucino meglio di prima, disegno meglio di prima, cucio meglio di prima, progetto meglio di prima e so godermi la vita meglio di prima.
Ci sono ancora tante cose da far quadrare e la strada è lunga, ma direi che per il momento questo basta e avanza.


Settimana in fotografie

Riassunto fotografico della mia settimana:

- cibo coreano
- serate total black
- relax mattutino
- progetti e collezioni






domenica 8 febbraio 2015

Highline

Ieri mattina, in un momento di relax casalingo, ho deciso di uscire di casa e andare a vedere la Highline.
La Highline è un vanto per i newyorkesi, perchè da una ex linea ferroviaria sopraelevata, sono riusciti a ricavare un gioello per la città, un giardino pensile che per un chilometro regala una passeggiata tra betulle, panchine, cespugli sempre verdi e scorci dall'alto.
E' un cosiddetto angolo di paradiso che offre un attimo di pace alla vita frenetica delle vie del centro.
Io abito a 5 minuti a piedi da questo luogo e ieri finalmente ho deciso di andarci.

Si arriva a piedi con una breve passeggiata e alzando lo sguardo si nota questo ponte di ferro scuro che corre tra le case.
Per salirci basta trovare le scale più vicine, anche queste di ferro, che nel giro di poco conducono all'altezza della Highline.
Arrivati in cima si entra in un mondo a parte.
Una passerella verde e grigia, curata e pulita, che prosegue all'infinito da un lato e dall'altro.
Intorno case dai mattoni rossi mostrano  le loro scale antincendio e palazzi alti si affacciano con le loro finestre fredde.
Ieri c'era la neve e il suo bianco, nel silenzio della mattina, era interrotto da tonde bacche rosse appese ai cespugli vicino alle panchine di legno grigio.
E poco più in alto una fila di palazzi industriali sulle tinte calde tenevano in equilibrio sui loro tetti delle cisterne d'acqua di ferro scuro.
A destra, tra dei rami spogli color arancio, uno scorcio di città, case basse e case alte, circondate da un cielo chiaro.

Cammini finchè vuoi e quando decidi di scendere, sempre da quelle scale di ferro, ritorni sulla strada trafficata e rumorosa, fatta di clacson, gente che cammina di fretta e velocità.
La Highline quindi cos'è?
Una pausa. 
Magari con un caffè caldo in mano, un bel libro nella borsa e una panchina solo per te.
       


giovedì 5 febbraio 2015

Creatività

La cosa positiva di essere stata risucchiata dalla vita universitaria newyorkese è che per la prima volta ho la possibilità di creare.
Creare in questo caso è inteso l'atto di dare forma ai propri pensieri e alla propria creatività con l'unico mezzo delle mani e della mente, senza freni e senza obiettivi, un pò come un flusso di coscienza.
Si crea per la bellezza di farlo e per gustarsi poi il risultato inaspettato.
E' così che sto vivendo questi primi giorni intensi di lezioni.
In pochissimo tempo ho dovuto dare vita a diversi progetti, uno l'opposto dell'altro, ognuno con un proprio stile e con una propria idea di fondo.
Riuscire a starci dietro è possibile solo se si slega la mente dall'idea di prendere un bel voto o di fare quello che il prof in questioni vuole, e si inizia a far uscire fuori quello che si ha dentro, senza timori di nessun genere.
Grazie al cielo qui l'approccio è proprio questo e i professori sono i primi ad incoraggiare un atteggiamento positivo, creativo e originale, non limitato al soddisfacimento dei loro gusti (vedi Politecnico).
Sono grata a me stessa di essermi data la possibilità di provare questa esperienza, di misurare la mia creatività, che prima c'era, ma che ora è legittima e benvoluta anche da chi mi insegna.






lunedì 2 febbraio 2015

No time for a title

Il tempo per scrivere inizia a scarseggiare.
Il tempo per essere creativi invece è iniziato.

Se il primo Sabato sera era stato il battesimo alla night life di Manhattan con tanto di skyline e grattacieli, quello appena passato è stato il battesimo alla macchina da cucire notturna.
Io e la mia coinquilina, dopo essere andate a cena fuori con degli amici, ci siamo presentate all'entrata dell'Università alle 11 di notte infreddolite e assonnate con in mano una mega caffè americano e siamo state a cucire nelle aule aperte fino alle due di notte. Devo dire che è stato un momento mistico. Il buio delle finestre, la luce dell'aula e il silenzio interrotto solo dalla macchina da cucire.
Sono esperienze che prima o poi bisogna fare, soprattutto se mai avresti immaginato di farle.

Questa sembra essere la vita di una designer a New York, quindi mentre me la godo faccio anche del mio meglio per stare dietro a tutti questi progetti, e intanto riduco la casa in una laboratorio senza fine.

Tranquilli, dopo la devastazione il pavimento ritorna sempre pulito come prima.
Se trovo il tempo di mettere in ordine, ovviamente.