Guardo fuori e la prima cosa che noto sono i camion. Non sono come i nostri, sono quelli che vedi nei film americani attraversare le infinite strade dello Utah, sono enormi e hanno il muso allungato circondato da fari. Mi fanno quasi paura e la prima cosa che penso è che se li incrociassi in tangenziale mentre guido mi verrebbe un infarto.
Qui è tutto più grande, tutto più esagerato e i camion ne sono stato il primo esempio.
La seconda cosa che non mi dimenticherò mai di questo viaggio in taxi da fuori Manhattan verso il centro è lo skyline che ti viene incontro. Nel giro di pochi minuti la città, da buia e irriconoscibile, diventa alta, diventa un muro invisibile di finestre e riflessi d'oro che si stagliano all'orizzonte e brillano lontani quasi come fossero un miraggio. Entrare a Manhattan è così, passi sotto enormi grattacieli, squadrati e illuminati, circondati dal cielo nero della notte. Chi li vede per la prima volta può solo alzare lo sguardo e appoggiare la fronte al finestrino umido, cercando di coglierne la fine, mentre il taxi silenzioso continua il suo tragitto.
Dai grattacieli si passa poi alle case basse di Chelsea, il quartiere dove abito.
Inizio a sentire l'emozione di stare per arrivare a destinazione e guardo in modo sempre più curioso fuori, cercando casa mia. I palazzi si fanno di 3/4 piani e il colore predominante è il rosso dei mattoni e il nero delle scale anti incendio.
Ogni portone ha il suo cancello e il suo cortiletto. Qua e là ci sono ancora le luci di Natale e qualche abete verde.
Questo quartiere è davvero affascinante. È tutto molto curato e si capisce già al primo sguardo che chi ci abita ci tiene molto.
Il taxi si ferma. Il civico è quello giusto. Una scaletta di metallo con una ghirlanda natalizia mi accoglie. Casa dolce casa. Casa nuova casa.
Al terzo piano di un vecchio palazzo stuccato, dopo scale di legno sgangherate e scricchiolanti, la mia porta mi aspetta.
L'appartamento è semi illuminato, grande abbastanza e accogliente.
Guardo fuori dalle sue finestre e davanti a me vedo altre finestre illuminate, stanze arredate e scorci di vita di chi mi abita di fronte. È come un'istantanea. Un cane grigio da caccia attraversa il salotto con il parquet e si sdraia su un divano bianco al piano terra del palazzo davanti.
Che spettacolo meraviglioso.
E io sono lì a vederlo.
Sono diventate le 4 di notte, anche se a New York sono le 10. Vado a dormire, curiosa di sapere il giorno dopo con il sole come si sarà trasformato il panorama dalla mia finestra. Così magico di notte e così ancora senza un volto.
Benvenuta a New York. Tutto così bello e tutto così ancora da vedere.
ma che bello<3
RispondiEliminaGrande Ila!! Comunichi davvero bene le sensazioni che hai provato, mentre leggevo mi sembrava di stare dentro il taxi tra i grattacieli illuminati...spero continuerai ad aggiornare questo blog!
RispondiEliminaUn abbraccio
Pier
Grazie Pier, sono felice di riuscire a trasmettere quello che vedo e che ti piaccia. Scriverò presto un altro post :) un bacio da oltreoceano
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